martedì, Marzo 19
La chiesa di Saint Eustache, a due passi da Les Halles, i vecchi mercati parigini e oggi grande centro commerciale

Continua il nostro viaggio nella Parigi insolita. Stavolta vi portiamo alla scoperta del II Arrondissement. Perché visitare Parigi richiede alcune tappe obbligate, lo sappiamo bene. E poco importa che lo si faccia per la prima volta, per la seconda, o per l’ennesima. Come in tutte le città che lasciano il segno, anche a Parigi – anzi, soprattutto a Parigi – ci sono dei quartieri, degli angoli, delle zone che restano inchiodati al cuore e che vale la pena tornare a visitare ogni qual volta se ne presenta l’occasione. Di solito quando si torna in città di questo tipo si finisce infatti per fare sempre le stesse cose per percorrere le stesse vie, per passeggiare sugli stessi marciapiedi, per mangiare negli stessi ristoranti, magari guardando pure se è libera la sedia all’angolo dove vi siete seduti la prima volta che siete stati lì. Non stupitevi che questo accada: è normale quando parliamo di un luogo che ci ha segnato particolarmente. E questo perché spesso cerchiamo nelle città in cui siamo già stati il noi che l’ha visitata anni prima. Per capire in questo modo cosa sia cambiato di più: se noi, o la città.

Una visione romantica, senza alcun dubbio. Ma altrettanto pericolosa. Perché? Semplice: perché così si rischia di vedere sempre gli stessi posti e rinunciare a un patrimonio di bellezza che resterebbe altrimenti nell’ombra. Fattispecie che nel caso di alcune città va anche bene, vista la scarsa offerta in termini storico-artistico-culturali, ma che nel caso della capitale francese rappresenta un vero e proprio sacrilegio. Non basterebbe infatti una vita intera per racchiudere in due, tre visite tutta la bellezza di Parigi. Ecco perché quello che vogliamo proporvi oggi è un viaggio alla scoperta di un quartiere centralissimo di Parigi, nel cuore del II Arrondissement, poco conosciuto dai turisti ma molto frequentato dai parigini di vecchia data. Stiamo parlando del quartiere Montorgueil. E, più precisamente, del triangolo Sentier/Réaumur – Sébastopol/Etienne Marcel.

Il “bosco verticale” di Parigi. Una delle tante curiosità del quartiere Montorgueil

Tre le ragioni fondamentali per dedicare uno o più giorni del vostro soggiorno parigino in questo centralissimo quartiere della capitale francese. Magari lasciandovi accompagnare da una delle nostre preparate guide italiane residenti a Parigi da anni che vi permetterà di scoprire la Ville Lumiere come se aveste una enciclopedia tra le mani.

Punto primo: la cultura. Partendo infatti da Les Halles, il grande centro commerciale che presto vedrà la luce dopo un lavoro di ristrutturazione durato molti anni e che un tempo ospitava i mercati generali della città, impossibile non rimanere colpiti dalla maestosità della Chiesa di Saint Eustache, una delle prime chiese della capitale francese e tra le più ricche di significato storico e architettonico. Proseguendo verso Sentier, impossibile anche non rimanere impressionati dalle facciate dei palazzi, la cui bellezza, specialmente in questo quartiere di Parigi, raggiunge vette incredibili. Così come i tetti (che presto potrebbero essere inseriti tra i patrimoni dell’Unesco), che in determinati angoli del II Arrondissement si mostrano in tutta la loro originalità. Ma siamo sempre nel cuore della capitale francese, quindi allungando di qualche passo si arriva facilmente a centri di attrazione molto interessanti. Uno su tutti: le Centre Pompidou, il museo nazionale d’arte moderna di Parigi.

Tra le domande ricorrenti di chi visita Montorgueil c’è anche questa: che ci fanno, quelle teste, su quella facciata?

Poca voglia di camminare, poco male. Perché la seconda ragione per spendere un po’ del proprio tempo a Parigi nel quartiere Montorgueil è che da queste parti c’è tutto, comprese le curiosità. Sapete per esempio a cosa servivano le teste di leone scolpite in marmo sulle facciate di alcuni palazzi? O a cosa si deve l’origine del “bosco verticale” che sbuca su una delle più assurde facciate di un palazzo parigino? Tutte domande che le nostre guide conoscono a memoria e che servono a rendere l’esperienza di una passeggiata accompagnata un autentico racconto nel racconto che siamo in grado di offrire.

Ma avevamo detto erano tre, in realtà, le ragioni per dedicare un po’ di tempo a Montorgueil. Ve ne dobbiamo insomma ancora una, la terza. Eccola: il cibo. Andiamo, siamo italiani, e sappiamo bene quanto la bellezza di un quartiere è legata anche, se non soprattutto, alla possibilità di unire l’utile (la conoscenza di quel luogo) al dilettevole (una buona mangiata a fine passeggiata). Ecco, se questa regola vale anche per voi, sappiate che pochi posti fanno al caso vostro come Montorgueil. Dalle “epiceries fines” alle trattorie un po’ scalcagnate, questo è davvero il regno del buongusto in pieno cuore parigino. Perché un viaggio nella Parigi insolita non può non tenere conto anche di questi aspetti. Dalla vera pizza napoletana di “O ’Scia” alle classiche brasserie passando per hamburgerie di qualità alle boutique del dolce senza dimenticare forni degni della grande tradizione parigina, a Montorgueil insomma ognuno saprà trovare soddisfazione per il proprio palato.

Che, per noi italiani, non è mai una così scontato.

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