venerdì, Ottobre 4
La “butte Montmartre” illuminata dalle sole luci della famosa scalinata che conduce alla basilica del Sacro Cuore.

Se la chiamano “Città delle luci”, fidatevi, non è perché sulle sue bellezze batte il sole 365 giorni l’anno. Al contrario. Questo titolo ha piuttosto a che fare col fatto che questa città vive due vite in una: la prima bagnata dalla luce del giorno, l’altra scaldata dalla penombra e dal velo di colori che dal tramonto in poi la riveste rendendola la meraviglia che è. Non c’è un monumento, una piazza, un parco, a Parigi, che possiate dire di aver visto se non lo avete fatto almeno due volte: una di giorno e l’altra di sera.

E non pensate che c’entri il caso. La magia di questo posto incantevole è figlia di un mix tra la ricerca estrema dell’idea di bellezza assoluta, e un talento smisurato per l’urbanistica e il decoro pubblico. Il punto è che la capitale francese è studiata in maniera tale in cui il gioco di luci e ombre visibile solo quando il sole comincia a tramontare, la trasforma radicalmente. Stravolge le prospettive, ridisegna i contorni, allunga le ombre. In una parola: la reinventa.

Mademoiselle Eiffel. Da vedere di notte ta-ssa-ti-va-men-te!!.

Di esempi ce ne sarebbero infiniti, ma tra tutti abbiamo pensato di raccoglierne tre. Tre modi di vedere Parigi di notte, dopo averla vista di giorno, per rendersi conto di persona di quello che vi abbiamo appena raccontato. Ma siccome le parole, in casi come questo, servono a poco, vale la pena che le vediate coi vostri occhi. Sono tre proposte di passeggiata serale a Parigi. La prima è a Montmartre. Perché non si può pensare di salutare Parigi senza prima averla vista almeno una volta, di notte, dall’alto. La seconda è a Palais Royal, per rendersi conto di come la notte restituisce a Parigi uno dei posti più incantevoli, che di giorno è violentato dalla presenza eccessiva e ingombrante di turisti. E la terza è ai piedi di Medemoiselle Eiffel, per capire in che modo, un mucchio di ferro e cemento, col buio sa raggiungere le corde più nascoste della nostra sensibilità.

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