sabato, Aprile 26
Un tratto di Senna, a Parigi, interessato da una manifestazione sportiva. Uno dei tanti modi nei quali i parigini vivono il “loro” fiume.

Una passeggiata sulla banchina, magari costeggiando Notre Dame, dieci minuti di totale relax in uno dei tanti anfratti d’ombra, o, meglio ancora, un aperi-picnic sulla punta dell’ile de france. Ci sono modi infiniti per sentirsi parigini per un giorno, ma il più affascinante, specie d’estate, è sfruttare le infinite possibilità che offre la Senna. Vivere a un palmo dal fiume parigino è l’attitudine degli abitanti della Ville Lumière nei mesi in cui il sole picchia duro.

Ma questo genere di attitudine, praticabile appunto solo quando le temperature lo permettono, porta con sé qualche piccola controindicazione. Che poi tanto piccola non è se, come pare, può avere delle conseguenze anche piuttosto pericolose. Già, perché trascorrere qualche settimana al fresco a due passi dalla magia che la Senna porta con sé, significa anche esporsi al rischio che, prima o poi, nella Senna lasciamo anche qualcosa di nostro.

Se vi state chiedendo in che senso, diciamo pure che una qualche risposta potrebbe arrivarvi dallo speciale inventario stilato dalla brigada fluviale parigina, ovvero la compagnia che si occupa della gestione della Senna nella sua integrità. Dalle operazioni di soccorso alla pulizia, al regolamento del traffico fino, appunto, alla “pesca”. Già, la “pesca”. Perché sulla Senna, ogni anno, si pesca di tutto. Una lista di ritrovamenti più o meno assurdi è stata infatti stilata dal corpo acquatico dei pompieri che si occupa del recupero degli oggetti smarriti, nella Senna.

Un momento di relax a bordo Senna. Il fiume è spesso preso d’assalto da coppie e gruppi di ragazzi in vena di un momento di riposo.

Una lista che offre la misura di quanto a due passi da questo fiume si svolga buona parte della vita dei parigini (e dei francesi in generale), e al tempo stesso l’importanza che questo letto d’acqua ha avuto nella storia della Francia e, più in generale, dell’Europa. Come giustificare, altrimenti, il ritrovamento di una intera collezione di baionette, un Obus (uno fucile, per chi non se ne intende) del 1870, una bomba americana lanciata nel ’43 o ancora due mitragliatrici a pompa tedesche. Per non parlare poi delle tracce culturali che la Senna “ospita” – si fa per dire – sul suo letto. Tra i ritrovamenti iscritti all’elenco dalla brigata acquatica c’è infatti un busto in marmo probabilmente scolpito da Rodin e un’opera di quasi cento chili che riproduce il volto di una divinità della mitologia greca.

Finito? Macché. Alla lista vanno anche aggiunti dei segni dei pellegrini riconducibili al Medioevo, alcuni pugnali di epoca romana e decine di bambole voodoo trafitte da centinaia di aghi. Certo, dovremmo parlare anche degli asciugacapelli, delle scarpe, delle biciclette, delle lavatrici e degli attrezzi da giardinaggio che, di tanto in tanto, spuntano qua e là dal letto del fiume. Ma cosa volete che sia tutto questo, rispetto alla media di 50-60 cadaveri per anno (per anno!!) che vengono letteralmente ripescati dalla Senna?

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