venerdì, Marzo 29

Chi conosce bene Parigi, sa in che modo questa città può essere tante cose e tutte insieme. Ma soprattutto sa che nell’arco di ventiquattro ore, il suo aspetto e la sua anima possono cambiare radicalmente. E’ sufficiente infatti aspettare che arrivi il tramonto, che scenda cioè l’intensità del sole (quando c’è), e Parigi, da città-museo qual è di giorno, si trasforma nella Ville Lumière, la città delle luci e dell’amore che ha incantato milioni di artisti e innamorati di tutto il mondo e di tutte le epoche.

Un fascino e una suggestione che molti sono stati capaci di immortalare nel corso dei secoli. Restituendo alla storia una Parigi ogni volta inedita e raccontata in quadri, opere o poesie, ma anche soltanto in fotografie. Gli ultimi in ordine di tempo ad essere riusciti a raccontare con grande delicatezza la doppia anima di questa città struggente, sono stati Gail Albert Halaban e Isac Babel.

Armati di fotocamera e pazienza, i due artisti hanno osservato con grande attenzione Parigi proprio in quelle ore lì, vale a dire quelle del passaggio tra il giorno e la notte, tra le luci e le tenebre. Traendo in quel momento intermedio della giornata, quando non è più giorno ma non è ancora sera, un ritratto autentico, privato e intimo della capitale francese. Le immagini, esposte fino al prossimo 2 maggio alla “Galerie Esther Woerdehoff” (6 rue Falguière – Métro Pasteur – ingresso libero), raccontano l’ordinarietà di vite come tante, dall’angolazione straordinaria quale può essere quella di un turista incantato dalla bellezza di certi edifici e di ciò che accade dentro.

Tra curiosità e voyerismo, questa raccolta fotografica “ispeziona” la normalità della vita di tutti i giorni in una città non proprio come tutte le altre. E permette ad ognuno di noi il ricordo incantevole di quando, affacciati alla finestra di casa nostra, abbiamo fatto i viaggi più suggestivi della nostra vita. Finendo, il più delle volte, nell’appartamento del nostro dirimpettaio.

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