venerdì, Aprile 19
Uno dei più bei kiosques a musique di Parigi.

Il numero esatto degli esemplari ancora in ottime condizioni non lo conosce davvero nessuno, c’è da scommettere nemmeno l’amministrazione parigina che ora cerca di ridare vita a questi simboli indiscussi della memoria storica della capitale francese. Perché quella dei “kiosques à musique”, ovvero i piccoli chioschi che si trovano di solito in posizioni strategiche dei più bei parchi e giardini della Ville Lumiere, è davvero una storia che racconta di Parigi e della sua cultura e della sua bellezza molto più di quanto si possa immaginare.

Una storia che dimostra una volta di più come in passato Parigi fosse a tutti gli effetti la culla di una cultura che in Europa e nel mondo non aveva davvero eguali. Nati alla fine di quella che il mondo conosce come “rivoluzione hausmanniana”, ovvero l’opera di riqualificazione quasi integrale cui diede vita tra il 1852 e il 1869 il barone Haussmann su impulso dell’imperatore Napoleone III, questi piccoli palchi rialzati sono da sempre stati considerati come dei mini-teatri pubblici, un tempo pensati per il piacere esclusivo di una certa classe sociale.

Una vecchia immagine che dimostra come, voluti dalla borghesia, i kiosque divennero ben presto di uso comune tra la popolazione.

Ed è proprio da lì, da un capriccio di una vecchia dama della nobiltà parigina, che pare si debba la vera origine di questi piccoli teatri a cielo aperto. Impossibilitata a recarsi ancora all’Opera de Paris a causa di una precaria condizione di salute, la donna, che secondo la leggenda pare fosse – diciamo così – vicina alla famiglia reale per qualche ragione extraconiugale, ottenne poco prima della sua morte il dono di poter assistere ad un ultimo spettacolo di una delle più importanti compagnie teatrali della metà dell’Ottocento. Ma, siccome non poteva ricevere l’intera compagnia nell’hotel particolare dove risiedeva, la famiglia dell’anziana nobile si preoccupò di far costruire, a proprie spese ma seguendo le indicazioni che arrivavano direttamente dagli uffici del prefetto della Senna, una struttura che ricordasse molto un piccolo anfiteatro. Il posto migliore dove poter assistere alla rappresentazione teatrale, insomma, senza spostarsi troppo da casa sua. Il primo di questi chioschi fu infatti realizzato in un giardino (oggi scomparso) non molto lontano da casa sua.

Il successo di questa iniziativa e il clamore suscitato all’interno della borghesia di Parigi fu tale che ben presto molte famiglie si fecero carico della stessa esclusiva incombenza e quindi di realizzare, ciascuno nel parco vicino la propria dimora, di una sorta di piccolo teatro dove poter ospitare, all’aperto, compagnie teatrali, saltimbanchi, commedianti, ma anche, anzi soprattutto, musicisti. Ben presto, infatti, i chioschi diventarono ad esclusivo appannaggio dei musicisti tanto da aver perso la connotazione originale ed essere ricordati, ancora oggi, come dei “kiosques à musique”.

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