venerdì, Aprile 19
Uno spettatore ammira solo un tratto degli oltre 130 metri di cui è composta “Shadow”, una delle opere-simbolo di Andy Warhol

Andy Warhol conquista Parigi. Il maestro della pop-art sarà infatti il protagonista indiscusso della grande retrospettiva che a partire dal prossimo 2 ottobre il MaM, museo d’arte moderna di Parigi, ha deciso di dedicargli in occasione della prima presentazione pubblica in Europa di “Shadows” (ombre), una delle opere tra le più discusse e apprezzate della produzione warholiana. “Shadows” mette infatti in evidenza il lato seriale e ai limiti dell’ossessione dell’intero lavoro di Warhol – un aspetto che ha sempre contraddistinto la sua opera – oltre che la sua capacità di ripensare il modo in cui l’arte dovrebbe essere esposta e, quindi, apprezzata.

Si tratta infatti di una sequenza impressionante di 102 tele serigrafate in 17 differenti colori, messe una dietro l’altra, per una lunghezza complessiva di 130 metri. Una sequela apparentemente infinita e molto suggestiva, che dona un effetto onirico d’insieme e che trasporta immediatamente lo spettatore in un mondo psichedelico, quale era sicuramente quello della pop art.

Andy Warhol nel 1979 al termine della realizzazione di “Sahdows”, l’opera che ha alle spalle. Ci sono voluti due anni per la realizzazione.

Per la prima volta dunque esposta su un suolo europeo, “Shadows” è forse tra le tante di Warhol anche l’opera che meglio dimostra il rapporto conflittuale tra l’artista e un certo tipo di rappresentazione artistica. In queste tele, c’è infatti tutto il tentativo di Warhol di farsi beffe di certe convenzioni artistiche dell’epoca, dalla concezione delle opere fino alla loro presentazione nelle gallerie e nei musei.

Basti pensare che alla domanda se queste foto fossero da considerare arte a tutti gli effetti, Warhol rispose di no. E aggiunse: “Vedete, la festa di apertura ha avuto un contorno di discoteca. Immagino che queste opere siano un arredamento adatto appunto a una discoteca”. Con “Shadows”, insomma, la sua sfida all’arte raggiunge i livelli più alti. Una sfida che il museo d’arte moderna di Parigi ha deciso di raccogliere, e fare propria.

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